Capperi Di Pantelleria Sotto Sale | offerte di oggi simili

Brand: Ferrandes
MPN: shopifyit882122135995047892588069198
Categoria: Vini e Liquori

Il Passito di Pantelleria di Ferrandes è un fuoriclasse nella sua categoria: un vino passito molto tradizionale e artigianale di grande ricchezza e complessità. Il produttore, Salvatore Ferrandes, agricoltore e produttore di capperi, uva passa e olio, ha imparato a fare vino da autodidatta ricevendo grandi riconoscimenti: il suo passito è stato definito come uno dei migliori vini dolci del Mediterraneo.  Il Passito di Pantelleria di Salvatore Ferrandes nasce da vecchie viti ad alberello risalenti al 1965. Gli alberelli sono riparati da conche anti-vento scavate in un terreno vulcanico ricco di minerali ad un’altitudine di circa 350 metri. Ci troviamo nella frazione di Mueggen, nell’entroterra di Pantelleria, in un terroir ricco di tradizione, dove la cultura araba ha lasciato un solco profondo nella coltivazione della vite e nel paesaggio. Le uve di Zibibbo vengono raccolte manualmente in piccole cassette e poi lasciate appassire al sole per 8-15 giorni in graticci appoggiati su muretti in pietra lavica. L’uva appassita viene poi ammostata e il mosto posto a fermentare con lieviti indigeni in acciaio, dove riposa per almeno 6 mesi.  Il Passito di Ferrandes viene prodotto in quantità molto ridotte, inferiori alle 4.000 bottiglie, e solamente nelle annate giudicate eccezionali. Si tratta di un vino passito d’annata che può evolvere in bottiglia per molto anni, arricchendosi ulteriormente di complessità e ricchezza: sentori di uva passa, agrumi canditi, frutta disidratata si uniscono a nuance marine e particolari note di capperi, sale ed erbe aromatiche in un profilo indimenticabile, di immenso fascino. 

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Ferrandes in Vini e Liquori

Brand: Pellegrino
MPN: shopifyit878200949998247792500736334
Categoria: Vini e Liquori

Nell’affascinante contesto mediterraneo dell’isola di Pantelleria nasce il Pantelleria Bianco ‘Isesi’ della cantina a conduzione famigliare Pellegrino, un’etichetta che seduce con i suoi originali profumi di fiore di cappero, caratteristica legata proprio all’isola. La storica famiglia Pellegrino, originaria di Marsala, approdò a Pantelleria negli anni ’90 del secolo scorso con un ambizioso progetto di valorizzazione delle eccellenze enoiche pantesche basato su una stretta collaborazione con i coltivatori locali. Qui, gli alberelli di Zibibbo crescono lambiti dal vento marino e infervorati dal caldo sole che batte l’isola, in un contesto tanto difficile quanto affascinante capace di dare vita a vini dal carattere unico. Il Pantelleria Bianco Pellegrino ‘Isesi’ ha origine da sole uve Zibibbo, sinonimo di Moscato d’Alessandria, coltivate nelle contrade Sibà, Mueggen, Barone e Khamma su terreni di origine vulcanica, leggermente argillosi e ricchi di ferro, a un’altitudine media di 300 metri sul livello del mare. La raccolta viene effettuata a mano solitamente nella prima decade di settembre e i grappoli sono quindi vinificati in riduzione attraverso una pressatura delicata seguita da una lunga fermentazione alcolica a bassa temperatura in vasche di acciaio inox. Concluso il processo fermentativo il vino resta a maturare sulle fecce fini sempre in contenitori di acciaio per circa 12 mesi, al termine dei quali si procede con l’imbottigliamento. Il Bianco ‘Isesi’ Pantelleria Pellegrino è di colore giallo paglierino dalle sfumature dorate. Sentori di mela verde, pesca bianca e gelsomino caratterizzano l’olfatto, associati a peculiari percezioni di fiori di cappero e a lievi note di salvia. Secco e saporito il sorso, ben bilanciato tra morbidezza e sapidità, dal finale di ottima persistenza.

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Pellegrino in Vini e Liquori

Brand: Giuseppe Barbera
EAN: 9788842826262
Categoria: Libri e riviste

La bellezza del paesaggio mediterraneo può rimandarci all'immagine del paradiso terrestre: i generosi boschi di olivi che con le loro esistenze millenarie ingannano il passare del tempo; i giardini verdeggianti di capperi e zibibbo, ostinatamente coltivati sulla terra «africana» di Pantelleria; le arance, i limoni, i mandarini che esplodono scintillanti di giallo e arancione tra il castello di Maredolce e le coste di Grecia, Tunisia, Spagna; i resti preistorici di leccio e sughera, olivastri e filliree, sepolti e riscoperti all'interno di grotte ombrose. A differenza dell'Eden biblico, però, questa realtà possiamo visitarla ogni volta che lo desideriamo; e in ogni pianta riconoscere un istante della nostra storia. Giuseppe Barbera ci guida in un viaggio inebriante nella diversità di profumi, colori, suoni e sensazioni che compongono questi territori: tra vita e cultura, botanica e mitologia, mondo esteriore e mondo interiore, Barbera ripercorre i molteplici incontri di uomo e natura sulle sponde del Mediterraneo attraverso le tracce che hanno lasciato in Sicilia, luogo simbolo per leggere l'evoluzione del paesaggio nell'Antropocene. Dai misteriosi legami che uniscono i fichidindia della campagna etnea e i nopalitos del Messico azteco alle colline sopra Pergusa, coperte di «bellissimo frumento, dono prezioso di Cerere», come le descrisse Goethe nel suo Grand Tour; dalla devastazione degli agrumeti della Conca D'Oro durante il «sacco di Palermo» al recupero della Kolymbethra, per decenni lasciata al degrado e all'oblio nell'antichissimo bosco di mandorli e olivi della Valle dei Templi; fino alle «cattedrali nel deserto» che hanno stravolto il territorio di Gela in favore di un'industrializzazione effimera quanto il miraggio della presenza di giacimenti petroliferi. \"Il giardino del Mediterraneo\" è il racconto di questa irripetibile anomalia geografico-umana durante le epoche passate e, allo stesso tempo, una riflessione sul modo in cui possiamo preservarla dalle nostre autodistruttive manipolazioni presenti e future. Un punto di vista inedito su ciò che ci circonda, per capire che un paesaggio non è solo alberi e frutti e terra: è la meraviglia invisibile; è lo sguardo di chi lo abita.

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